Carta Coreana - Hanji
Cultura, Storia

L’Hanji raggiunge Roma e accoglie la versatilità

Negli ultimi anni, l’Italia ha avuto un incremento di interesse nella cultura sudcoreana,attraverso e grazie alla diffusione nazionale del K-pop (musica pop coreana) e dei K-drama che sono usciti su Netflix, come Squid Game.
L’Italia e la Corea del sud hanno molte somiglianze, nell’arte, nella storia e nella loro unicità. Forse è questo il motivo per cui è stato deciso di organizzare una mostra su un elemento essenziale della cultura coreana, in un contesto italiano come quello romano.

Il 10 dicembre del 2021, il Museo Carlo Bilotti ha inaugurato la mostra d’arte “Carta Coreana – Hanji”, nel mezzo di uno dei più grandi e meravigliosi parchi romani, Villa Borghese. L’esibizione è stata prolungata fino al 22 Maggio 2022, a seguito del suo successo, ed è stata organizzata dall’Istituto Culturale Coreano di Roma e dall’Accademia di Belle Arti di Roma.

Qualcuno che non ha molta familiarità con la storia o con l’arte coreana potrebbe chiedersi “Che cos’è l’Hanji?

L’Hanji (한지) è una carta tradizionale coreana realizzata a mano, le cui origini risalgono più o meno tra il III e il VI secolo.
Ovviamente, la carta tradizionale coreana non è la stessa carta che utilizziamo ordinariamente. Si tratta di una carta particolare ricavata dalla corteccia interna di un albero coreano, chiamato “Broussonetia papyrifera” o più comunemente “Gelso da carta”.
L’Hanji è composta da veli di carta laminati e uniti tra loro attraverso un metodo particolare, il webal. Un altro metodo, invece, il metodo dochim, unisce strati di carta coreana schiacciati in modo tale da compattare le fibre e ridurre la perdita di inchiostro.
Questa carta tradizionale è conosciuta in tutta l’Asia per la sua durabilità e la sua resistenza all’acqua, e proprio per questo è soprannominata “la carta dei cento anni”.

La mostra d’arte sull’Hanji è stata impressionante. Non ho mai visto coi miei occhi la carta coreana, a malapena sapevo che esistesse. Non ho mai saputo come fosse realizzata, come fosse differente dalle ordinarie carte esistenti e quanto fosse magnifica la sua storia. E’ stata una vera e propria scoperta per me. 

50 artisti italiani e coreani sono stati i protagonisti della realizzazione delle opere d’arte esposte all’interno della mostra. Essi comprendono sia artisti conosciuti a livello mondiale che artisti con poca esperienza.
50 persone sono state più che sufficienti per sfruttare artisticamente la carta coreana e per creare opere piene di significato.

Inoltre, l’Accademia di Belle Arti di Roma è l’unica accademia d’arte in Europa che si è specializzata sull’Hanji. Di conseguenza è diventata un punto di riferimento per molti artisti e istituzioni in tutto il continente.

Le opere d’arte presentate al Museo Carlo Bilotti rappresentano un dialogo tra passato e presente, tra arte antica e arte contemporanea. Ma soprattutto, la mostra è un puro dialogo tra due culture differenti, ovvero la cultura italiana e la cultura coreana.

Choong Suk Ho, direttore dell’Istituto Culturale Coreano, ha dichiarato “L’Hanji è soprattutto conosciuta per il restauro di libri antichi grazie all’eccezionale capacità di durare oltre mille anni se conservata in modo appropriato. In Corea è però utilizzata in maniera molto versatile sia per la produzione di oggetti della quotidianità, ma anche in opere artistiche sia tradizionale che contemporanee ed è quest’ultimo aspetto che volevamo esplorare con l’Accademia di Belle Arti di Roma.

Di seguito troverete le 5 opere che ho trovato più interessanti e piene di significato, tanto da catturare la mia attenzione.

Gamcheon dyed with Persimmon (indigo)” – Kim Yang Hee

L’artista coreana Kim Yang Hee ha realizzato queste due opere sovrapponendo vari strati di Hanji per ottenere un’opera tridimensionale e ritrarre il processo di guarigione da una vita stancante.
Entrambi i quadri ritraggono le case della strada Sambok, intrise di nostalgia e stanchezza. Le case sono rappresentate con delle tonalità che trasmettono calma, come per dare una pausa all’essere umano, conforto e sogni tranquilli a coloro che hanno a che fare con una vita quotidiana ripetitiva dettata dalle regole.

Cloud Fossils” – Hyunsook Son

La sovrapposizione di veli di Hanji frammentata, segue il percorso della memoria e rappresenta la forma di un oggetto che ha perso la sostanza e che lascia alla nuvola esprimere la traccia della sua essenza.
Hyunsook Son è un’artista coreana che attualmente vive a Roma.

HangSon” – Alessandro Sarra

Hangson è un nome immaginario inventato per unire concettualmente la Corea del Nord e la Corea del Sud. Il significato di quest’opera ci fa riflettere profondamente su una questione molto attuale, la separazione delle “due Coree”.
I confini nel mondo non esistono geograficamente, ma soltanto nelle “strane” convenzioni degli uomini”, afferma l’artista.

Armour and Helmet made of Hanji paper” – Hanji Development Institute

Un’altra caratteristica interessante dell’Hanji, è il fatto che la sua trasparenza permette di essere utilizzata in vari modi. La carta coreana in passato è impiegata anche per le realizzazioni degli interni delle case, per i vestiti, bambole o strumenti musicali.
In questo caso, l’Hanji è stata utilizzata per realizzare un’armatura completamente bianca e un elmetto colorato realizzato in maniera più complessa

Se mai doveste avere l’occasione di andare a Roma, vi consiglio di vivere questa esperienza. Accogliete l’Hanji in tutti i suoi usi e in tutta la sua unicità. Non ve ne pentirete, ve lo assicuro.


Se volete, potete leggere questo articolo in inglese su Korea.net. https://www.korea.net/TalkTalkKorea/English/community/community/CMN0000015033?mode=

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