
Il 15 aprile 2024, una delegazione guidata dal sindaco di Gwangju, città metropolitana della Corea del Sud, ha firmato a Torino un Patto di Collaborazione multidisciplinare, sancendo un’alleanza strategica tra le due città. L’accordo, siglato alla presenza del Console Generale della Repubblica di Corea a Milano e delle autorità locali, rappresenta un passo significativo nel rafforzamento dei legami culturali, turistici, economici e accademici tra Italia e Corea del Sud, in occasione del 140° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi (1884-2024) .
Un’Intesa a 360 Gradi
Il Patto, disponibile in inglese e italiano, si articola in quattro ambiti principali:
- Cultura e Arte: Collaborazioni tra istituzioni museali, come il MAO (Museo d’Arte Orientale) di Torino e il Gwangju Museum of Art, con progetti espositivi e scambi di opere. Tra le iniziative spicca la creazione di una nuova sezione dedicata all’arte coreana al MAO, alimentata da prestiti delle collezioni sudcoreane .
- Turismo: Promozione reciproca delle risorse culturali e paesaggistiche, con focus su eventi simbolici come la Biennale di Gwangju e quella di Venezia, che avvieranno un dialogo inedito .
- Economia e Innovazione: Scambi nel campo del design industriale e tecnologico, settori in cui Torino eccelle (grazie a realtà come la Fiat e il Politecnico) e Gwangju si distingue per la sua vocazione creativa .
- Accademia: Programmi di mobilità per studenti e ricercatori, con particolare attenzione alle discipline artistiche e ingegneristiche. Già nel 2005, un accordo preliminare aveva permesso a giovani designer di Gwangju di studiare al Politecnico di Torino, esperienza che il nuovo patto amplierà .
Il Ruolo Chiave delle Istituzioni Culturali
Uno degli atti più simbolici della collaborazione è il Memorandum of Understanding firmato tra la Fondazione Torino Musei e il Gwangju Museum of Art. Come sottolineato da Davide Quadrio, direttore del MAO, questa partnership consentirà a Torino di entrare in una rete internazionale solida, portando in Italia opere di artisti tradizionali e contemporanei coreani, come Heo Ryeon e Hong Sungmin . Nel 2025, ad esempio, il MAO ospiterà Adapted Sceneries, una mostra che unisce pittura paesaggistica coreana (sansuhwa) e opere legate al Movimento per la Democratizzazione del 18 Maggio 1980, evento storico cruciale per l’identità di Gwangju .
Massimo Broccio, presidente della Fondazione Torino Musei, ha definito l’accordo un “esempio di internazionalizzazione”, capace di arricchire entrambe le realtà attraverso scambi di conoscenze e pratiche curatoriali .
Radici Storiche e Prospettive Future
Il legame tra Torino e Gwangju non nasce dal nulla. Già nel 2005, un primo accordo economico aveva favorito scambi tra il Gwangju Design Center e il Politecnico torinese, mentre nel 2024 il patto si è evoluto includendo progetti più ambiziosi, come l’Experientia Smart Cities Workshop, che ha portato studenti coreani a studiare soluzioni urbane innovative a Torino .
Guardando al futuro, le due città puntano a:
- Espandere le collaborazioni accademiche, coinvolgendo università e centri di ricerca.
- Promuovere eventi ibridi, come il Cioccolatò di Torino e il Gwangju Biennale Academy, quest’ultimo già attivo con corsi internazionali per curatori nel 2024 .
- Rafforzare i legami economici, sfruttando la posizione di Torino come hub industriale e quella di Gwangju come capitale culturale asiatica.
Conclusioni: Due Città, Una Visione
Torino e Gwangju, entrambe riconosciute come Città dell’Arte, dimostrano come la cultura possa essere un motore di dialogo e sviluppo. Mentre Torino esporta il suo know-how nel design e nell’innovazione, Gwangju condivide il suo patrimonio artistico e la sua resilienza storica, simboleggiata dal Movimento del 1980 . Questo patto non è solo un accordo istituzionale, ma un ponte umano che unisce due comunità attraverso l’arte, l’educazione e la creatività.
Fonti consultate: Comune di Torino, MAO Torino, Gwangju Biennale.